ATTILIO TERRAGNI

Attilio nasce a Como il 31 agosto, giorno di Sant’Abbondio, ma a sei anni si trasferisce a Cernobbio. Architetto ed artista con studio a Milano e Como, docente al Dessau Institute for Architecture, presidente dell’archivio Giuseppe Terragni: pronipote dell’architetto considerato il massimo esponente del razionalismo italiano.

Attilio inizia la professione andando a lavorare nei cantieri, esperienza fondamentale per un architetto, poi fugge a New York e subito dopo, a seguito di un incontro casuale, ma folgorante a Como con Daniel Libeskind, grazie al progetto del Berlin Museum, museo ebraico, con lui inizia una prima proficua collaborazione di sperimentazione che durerà tre anni: con Libeskind in seguito realizzerà il progetto di Citylife a Milano e Park life a Brescia.

Attilio inizia a scrivere la sua storia che, attraverso tanta ricerca, lo porta a vincere il concorso per Federation square a Melbourne e quindi a vivere per tre anni in Australia.



Lo spazio che si rimpicciolisce è ancor di più un problema per Attilio e la sua generazione e lui lo risolve inventando un linguaggio che possa competere con strumenti come l’inclinazione delle pareti, sistema che dà ampi respiri a piccoli spazi o finestre che cambiano il modo di guardare fuori e dentro.

Attilio passa poi al Berlin Museum per parlare di un altro tipo di problema a cui si è trovato di fronte affrontando il progetto: ampliare il vecchio edificio esistente di storia tedesca con una parte nuova che contenga la storia ebraica. La difficoltà è di modificare la forma in funzione del tema e unire miscelando: per il concorso vengono presentate soluzioni semplici e funzionali, ma che non soddisfano.

La soluzione vincente di Libeskind e Terragni che ha una grande conoscenza dell’arte e passione per la pittura, è quella di tagliare una linea zig zag con una dritta e questo diventa il legame emozionante che mette insieme le due culture.

A questo punto il passaggio a parlare di architettura e arte diventa spontaneo. Attilio ha partecipato come pittore ad una prima collettiva in Svizzera nel 1990 e da sempre ha disegnato e dipinto. Disegnare per un architetto è come suonare per un pianista: un musicista lo fa dalla mattina alla sera e così un architetto col disegno. Il disegno come esigenza, come allenamento, come competizione, come scoperta come creazione che suggerisce soluzioni e idee. Il disegno che diventa quasi un gioco e metodo quando, in uno studio londinese in cui Attilio lavora per un breve periodo, si stabilisce di non usare le parole per spiegare il progetto a cui si sta lavorando, ma un muro su cui appendere ogni giorno dei disegni che lo illustrano, senza parlare, fino a quando tutti sono d’accordo sulla soluzione definitiva



Attilio Terragni è anche un artista che si distingue per la sua pittura intricata, surreale, fatta di tinte accese, che per alcuni versi si può avvicinare alla Street art. A Milano allestisce una sua mostra “Riverrun” in uno spazio che lui stesso ha progettato nel 2009 per la famiglia Stoppani e qui, con un riferimento letterario a James Joyce, Attilio espone la sua pittura nella sua architettura. Sono dipinti con una struttura pulita e geometrica, dove la linea è libera di correre perché nella geometria c’è la libertà. L’arte di Riverrun è proprio come un fiume in piena che corre verso spazi e dimensioni dove la mente è libera di pensare, di muoversi e costruire senza restrizioni e poi magari demolire ciò che ha costruito, cercando un dialogo tra pittura e architettura che generi energia e creatività.

DOMANDA: Come si fa ispirare dall'architettura e come dall'arte ? Esiste una situazione in cui per ispirarsi attinge dall'architettura e viceversa ?
 
Federica Carrozza 
Martina Cristaudo 






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